Descrizione
In un piccolo paese del trapanese, tra campagne assolate e silenzi come condanne, due sorelle adolescenti si ritrovano improvvisamente sole: la madre è fuggita, il padre è incapace di proteggerle, gli altri parenti vogliono piegarle al peso della vergogna. Attorno a loro le malelingue osservano, giudicano, sussurrano.
Per Claudia ed Elvira comincia un anno di iniziazione forzata: prime ribellioni, desideri acerbi, segreti taciuti e colpe tramandate come un’eredità. La violenza si insinua nelle pieghe della famiglia, l’amore diventa un terreno incerto e la libertà sembra possibile solo imparando a dire no.
Non anima viva non è un romanzo di formazione, ma di ribellione: racconta l’educazione al contrario di due ragazze che, nel cuore di una Sicilia rurale e senza tempo, imparano a sfidare il patriarcato e riconoscere la propria forza. Una storia di resistenza e cicatrici invisibili, in cui crescere vuol dire iniziare a dare voce al proprio corpo e alla propria anima.
La collana di cui questo libro fa parte, la prima della nostra casa editrice, si chiama Atrio. C’è tanto del mondo che rimane chiuso fuori di casa senza chiavi, come è capitato a noi il giorno in cui è nata la redazione. C’è tanto del mondo, soprattutto di quello editoriale, che è sempre in, sempre alla moda, sulla bocca di tutte e tutti, che spinge vendite e numeri e classifiche, salvo essere dimenticato il mattino dopo, quando il party è finito e non rimane che da svuotare nel lavandino le birre avanzate. Ma c’è qualcosa, nel mondo, che resta fuori da schemi e algoritmi, ci sono dei libri indecisi, si vede, se restare a casa o venire e mettersi così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce, e voi ci fate: «Ma venite di là con noi, dai», e noi: «Andate, andate, vi raggiungiamo dopo». E restiamo qui, nell’atrio, sulla porta.
Magda Inari non esiste, è uno pseudonimo, formula insensata fuori da questo mondo-romanzo. Magda Inari non vorrebbe che lə lettorə si soffermasse su chi è lei, ma su quanto ha scritto: non crede in un’autorialità assegnata come etichetta, vuole che la carta viva a prescindere dalla sua presenza, almeno per ora. Ha una voce, Magda, che non necessita di farsi sostanza. Non vuole un corpo, rifiuta la carne, così che a parlare di lei siano solo soltanto lɜ suɜ personaggɜ.
La narrazione è affidata alla voce di Claudia, la sorella minore: uno sguardo preciso, intimo, in bilico tra fragilità e lucidità. La lingua di Magda Inari è poetica ma sorvegliata, concreta nei dettagli e mai compiaciuta; la Sicilia non è sfondo ma sostanza, luogo dell’anima e della sopravvivenza. La struttura segue il ritmo di un anno, in un tempo sospeso tra infanzia e età adulta, dove la crescita si intreccia alla scoperta del dolore e del desiderio. Il romanzo si muove fra cronaca e introspezione, mantenendo una tensione costante fra ciò che si dice e ciò che resta taciuto.













Rassegna stampa
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