Siamo STC Edizioni. Un gruppo di testard*, nato da un’idea semplice: pubblicare libri belli, senza aspettare che qualcuno ci desse il permesso.
Siamo nat* per caso, come succedono le cose vere: un giorno c’era un’idea, il giorno dopo un sito, il giorno dopo ancora un racconto pubblicato. Poi i libri. Poi i tour. Poi le collane. E intanto siamo diventat* redazione. Ora pubblichiamo narrativa, poesia e una rivista letteraria (si chiama Turchese, ed è più seria di quanto sembri, ma anche no).




STC Edizioni è una casa editrice indipendente. Dalle grandi logiche editoriali, dal marketing calcolato, dalla finta meritocrazia che fa girare sempre gli stessi nomi.
Facciamo tutto noi: impaginiamo, correggiamo, scriviamo le quarte, stampiamo, spediamo. Ogni tanto sbagliamo, ogni tanto no. Ma i libri, quelli li scegliamo con cura. E li amiamo per davvero.
Non crediamo in una linea editoriale rigida. Crediamo nella comunità. Nelle parole che spostano qualcosa. I nostri libri sono strani, un po’ timidi, stanno nell’atrio a guardare fuori dalla finestra. Ma quando li chiami, arrivano.




Narrativa. Poesia. Una rivista. Libri polemici. Testi online.
- Atrio è la nostra collana di narrativa. È il posto dove restare sulla soglia, a metà tra fuori e dentro. Dentro ci finiscono romanzi, raccolte di racconti, storie che non sanno da che parte stare.
- Stanza è per la poesia. Testi che accendono un fuoco. Che illuminano, ustionano, restano.
- Turchese è la nostra rivista letteraria e fotografica. La pubblichiamo due o tre volte l’anno. Racconti e fotografie che si parlano, selezionati tra centinaia. Stampiamo bene, stampiamo a caro prezzo, ma la teniamo viva. Ogni numero diventa un piccolo tour, un pretesto per incontrarvi, discutere, vivere la letteratura. Perché Turchese è anche una comunità. Una generazione, forse.
- Minifesto è una collana di libri piccoli con pensieri urgenti, polemici. Voci di corridoio, analisi in forma di pettegolezzo, polemiche scritte durante l’ora di supplenza. Brevi, collettivi, disobbedienti.
- Durante l’anno pubblichiamo online un racconto o una raccolta poetica inedita, a tema libero. Perché ci piace che la letteratura sia una cosa che succede. Con regolarità. Con cura.

I racconti a redazione@stcedizioni.com, i manoscritti a manoscritti@stcedizioni.com. Mandateci cose che valga la pena leggere — non perché perfette, ma perché vive.
Ci piacciono i file .doc, .docx., o .rtf se proprio siete nostalgici.
Carattere Times New Roman 12, margini normali, niente formati assurdi o font gotici.
Nominate i file così: Cognome_Titolo. È una forma d’amore.
I PDF, i file zippati, i doppioni spediti a pioggia: meglio di no. Siamo vagabond*, ma le diottrie ci costano.
Consigliamo di invarci un testo per volta, sconsigliamo di sollecitare una risposta entro tre mesi. Leggiamo tutto, sempre. E rispondiamo sempre a tutt*, ma ci serve tempo. Se non ricevete subito la nostra risposta, non è perché ci siamo montat* la testa, è perché stiamo cercando di fare le cose per bene.

Per il sito o per Turchese, inviaci un link a una cartella Drive. Qualche riga che spiega il progetto, anche solo un’intuizione, una suggestione. Va bene anche una barzelletta.




Non abbiamo una sede. Abbiamo zaini.
Siamo sempre in giro: in tour, a fiere, in una lunga lista di librerie che ci danno fiducia.
I nostri libri li trovi lì. E se ci incroci da qualche parte, parlaci.
Ci piace chi legge. E ci piace chi scrive.




Vogliamo un’editoria che non obbedisca ai numeri, ma alle persone.
Per questo abbiamo aperto uno spazio di supporto chiamato Editoria Malvagia: una mail dedicata per chi lavora (o ha lavorato) nel mondo editoriale e ha qualcosa da raccontare. Se sei stat* sfruttat*, se hai lavorato gratis, se non ti hanno pagato, se hai firmato un contratto che non capivi, se ti hanno fatto sentire piccol*: scrivici. Gratis, confidenzialmente, senza burocrazia:
editoriamalvagia@stcedizioni.com
Parlarne è il primo passo. Far rumore è un inizio.
Perché siamo ancora convint* che i libri servano a qualcosa.
Perché il senso delle cose si trova nei margini, nelle pause, negli errori ben scelti.
Se anche tu la pensi così, benvenut*.
Leggici. Scrivici. Mandaci qualcosa.
Tanto, prima o poi, ci si incontra.



